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31 Luglio 2012

PD: PARISI, NON È PER TORNARE AI PROGRESSISTI CHE È NATO IL PD 



Mi dispiace dissentire da Bersani proprio in occasione di quella che è di fatto l’apertura della campagna elettorale. Ma non è per tornare ai progressisti, dopo 18 anni, vuoti di tutto all’infuori che del berlusconismo. Non è per tornare alla illusione del partito egemonico che abbiamo fondato il Pd. Non è per incoronare quello che Bersani chiama “il candidato dei progressisti” che sono state pensate le primarie.

Non è per dar vita alla sezione italiana dei cosiddetti “progressisti europei” e trasferire in Italia le vecchie distinzioni tra le vecchie famiglie politiche europee che sono stati sciolti partiti che erano stati pensati per il futuro. Anche se proposta in nome della sua personale autorità e non sottoposta ad alcuna verifica democratica, la Carta degli intenti di Bersani conferma che il Pd continua nel presente e difenderà nel futuro l’antica tradizione politica che ha ereditato dal passato.

Con questa tradizione, anche se ad essa estraneo, dovrà confrontarsi chiunque voglia ragionare sul nostro futuro. Resta tuttavia che ci vuole ben altro che una alleanza tra il Pd e le supposte “autorità morali e intellettuali” del Paese, per guidare l’Italia oltre la tempesta. Nè a renderla più forte basta, dentro il centrosinistra, il puntello di alcuni improvvisati contratti co.co.co. con partiti minori, e, all’esterno del centrosinistra, un “patto” con centristi più o meno consenzienti.