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29 Maggio 2014

L’EREDITÀ POLITICA DELL’ASINELLO E I NUOVI DEM.
Lettera al Corriere della Sera, p.10

Centrista è una categoria della politica, non una parolaccia. E tuttavia le assicuro che anche all’ “Asinello scalciante” de “i Democratici”, trovarsi definito centrista e associato nella tabella pubblicata ieri dal Corriere (p.13) alle 4 sigle degli ex-dc stava per venire un travaso di bile.
Chi, nonostante il tempo trascorso, ha ancora memoria dei fatti sa infatti che l’Asinello de “i Democratici” scese in campo con Prodi, esattamente all’opposto, per contrastare la nostalgia del centrismo.

“Asinello”, come quello dei democratici americani, per indicare a tutto il centrosinistra l’urgenza di riprendere e portare a compimento il disegno ulivista dando vita ad un grande Partito Democratico, promotore, difensore e interprete di quella competizione bipolare per il governo che era stata resa possibile dal referendum per il maggioritario del ’93.

“Scalciante” per dire, dopo la caduta nel ’98 del governo Prodi, la testarda opposizione ad un ritorno alla repubblica dei partiti promosso dal patto tra D’Alema e Marini, con l’aiuto di Cossiga.

Mi piace ricordarlo ora pensando al domani e guardando all’oggi. Innanzitutto al lento ma inesorabile ridursi della nostalgia centrista, documentata, questo sì, dal vostro grafico. E poi alla nascita proclamata nel voto di domenica, del Pd come partito nazionale e come partito nuovo, non più continuazione o somma di vecchi partiti.
Senza la coraggiosa iniziativa e l’intelligenza dei tempi di Renzi il Pd e la nostra democrazia sarebbe ancora bloccata dalle timidezze degli innovatori e dalle pretese dei restauratori.
E tuttavia senza il rifiuto dei Democratici di sedersi sul loro 7,7 per farsi partitino o corrente, senza la loro resistenza, dentro e fuori la Margherita, contro la tentazione di tornare al passato, senza la battaglia per la difesa ostinata del maggioritario, e senza le primarie conquistate dai democratici ulivisti tutto sarebbe stato più difficile. E più lontano il compimento della nostra democrazia oggi promesso dalle riforme che attendiamo ancora con impazienza.

Arturo Parisi

già Presidente de I Democratici