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12 Marzo 2016

PARISI: “PRIMARIE. NO A NUOVE REGOLE, MA PUNIRE I TRASGRESSORI”
Intervista a C.Marincola, Il Messaggero p.7

 

Onorevole Arturo Parisi una valutazione sulle primarie del partito democratico che si sono appena concluse

Nonostante tutto positiva. Di primarie domenica scorsa se ne sono svolte in tutta Italia. Quasi tutte partecipate e corrette. Non solo a Roma e Napoli. E anche queste fortunatamente hanno avuto più chiari che oscuri. Se comunque una cosa dobbiamo evitare è il polverone che viene sollevato ogni volta. Sollevato da alcuni per evitare di cercare, denunciare e punire precise responsabilità personali, da altri per squalificare e affossare le primarie. E tornare magari al bel tempo antico delle decisioni prese di nascosto dai capibastone sulla base della forza  misurata dai pacchetti di tessere.

Le primarie – e lei lo sa bene per essere uno dei padri fondatori dell’Ulivo – sono  un tratto distintivo del partito democratico ma forse avrebbero bisogno di una manutenzione. Ritiene che dopo tutte  le polemiche e le accuse, anche di questi giorni, abbiano ancora un senso oppure si siano  degenerate e trasformate  in un autogol?

Tutto si può migliorare. Ma quando sento manutenzione mi allarmo. Soprattutto quando a chiederlo ne è stato in passato un aperto avversario. Intanto rispettiamo le regole che ci sono e puniamo trasgressioni e trasgressori. Subito, con rigore, e senza appello. Chi crede che le primarie siano il principale segno della democrazia di un Partito che abbiamo chiamato null’altro che democratico lo dimostri subito coi fatti non rinviando a regole ulteriori. Non c’è nulla che abbia danneggiato il partito come i filmati di Napoli o le parole di chi, per giustificare il recente calo dei voti delle primarie di Roma, è arrivato a sostenere che in quelle precedenti su 100.000 votanti 53.000 erano stati trasportati dai capibastone a dorso di cammello.

La commissione interna del partito democratico ha respinto il ricorso di Bassolino sui presunti brogli di Napoli sia nella forma che nel merito. Però il video che mostra l'”aiutino” ai seggi e i galoppini in azione resta.   Lei cosa avrebbe fatto?

Aiutino quello di Napoli?  La prova provata di un voto così spontaneo dal rifiutarsi di pagare da sè anche un solo euro. Perchè non si sono intanto annullati i risultati dei seggi infangati ed espulsi dal partito i responsabili? Diciamo che a Roma le strade erano ancora piene della cacca e della puzza dei cammelli dell’altra volta? E noi ci limitiamo a ironizzare sui “geni” che hanno oggi gonfiato di schede bianche il risultato del voto appena esaltato come finalmente immacolato? Non era forse il caso di punire esemplarmente i cosiddetti biricchini?

È giusto pensare ad una legge che regoli la vita dei partiti con metodo democratico come prevede l’articolo 49 della Costituzione?

È una cosa della quale si parla e si riparla. Ogni volta purtroppo per spiegare misfatti ancora freschi che sarebbero stati fatti solo per l’assenza di regole. E per giustificare nuove concessioni a chi c’è e nuove esclusioni dalla partecipazione alla politica di chi ancora non c’è.

Fa bene  dopo il caso-Verdini la minoranza del pd a chiedere la convocazione di un  congresso straordinario del partito

Premesso che ogni cosa ha il suo tempo, prima bisogna capirsi su cosa è mai un congresso. Se, come penso, e come un tempo è accaduto, non è solo una conta su chi debba comandare ma anche una occasione per confrontarsi e decidere in comune delle cose comuni, ogni giorno che passa invano è un giorno perduto. Chi pensa che il tempo di Renzi sia ormai scaduto non ha che da alzare la mano e cominciare a girare l’Italia tra i cittadini per spiegare le sue proposte. In America Hillary Clinton ha iniziato per tempo. Basta seguirne l’esempio.

(1)Da ex ministro della Difesa come valuta la situazione in Libia. Pensa che un nostro intervento sia opportuno e necessario?

Come giustamente ha ribadito Gentiloni in Parlamento potrebbe essere addirittura dannoso, per la Libia e per il nostro Paese. E, citando l’Obama del “senno di poi”, altrettanto giustamente ha ricordato che c’è il male, ma c’è pure il peggio. Addirittura che “è peggio uno stato fallito che uno stato canaglia”. Per lo stesso motivo anche io continuo dicendo che ogni guerra è sempre una tragedia, ma che una guerra “coperta” è comunque peggio di una “scoperta”. Peggio per tutti quelli che vi fossero coinvolti e soprattutto peggio per la nostra democrazia. Converrà cominciare finalmente a parlarne ai cittadini trattandoli da persone adulte. Ad ogni evenienza.

 

(1)

Questa domanda e la relativa risposta sono state poi omesse per motivi di spazio nel testo finale della intervista pubblicata a stampa.