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17 Dicembre 2003

Unità ed apertura devono diventare pratica quotidiana, concreta

Autore: Marco Marozzi
Fonte: la Repubblica

Bologna – Sogna che adesso l'”unità” diventi un movimento di base, fra la gente comune, con la creazione di “gruppi oltre il perimetro dei partiti”. Professa l'”apertura” a tutti quelli che ci vogliono stare, evitando le querelle fra i Pietro e Boselli. “Oggi non è giorno”. Rende onore ai “meriti” di Fassino e alla “cultura di governo” di D’Alema, stoppando con molta decisione ogni ESASPERAZIONE [idea] – vedi  l’ultimo Rutelli – [di] NELLA concorrenzialità. Rilancia ma non forza su un gruppo unico all’Europarlamento e rassicura i Popolari. E su Romano Prodi, se si candiderà o no, non si sbilancia: “sarà con noi”, dice, e insieme “completerà la sua missione”.


Per Arturo Parisi ora “unità ed apertura devono diventare pratica quotidiana, concreta”. “Unità al nostro interno, apertura verso l’esterno”. Il vicepresidente della Margherita, racconta a Repubblica i giorni a venire del centrosinistra che ha appena visto il sì di Ds, Margherita, Sdi alla lista unitaria per le elezioni europee.


Al di là degli slogan, di cosa ha bisogno ora il vostro progetto per marciare?

“Intanto aspettiamo l’adesione dei Repubblicani Europei, con l’augurio che si associno altre forze”.


Chi?

“Fino alla fine continuo a sperare che anche le altre tre formazioni si associno alle quattro che hanno già aderito”.


Ma è tutto gioco fra i partiti.

“No, nasciamo da una richiesta reale della società italiana e adesso bisogna che dal basso si costituiscano gruppi che facciamo direttamente riferimento alla lista unica oltre il perimetro dei partiti”.


Gruppi per l’Ulivo?

“Non sta a me dire come si devono chiamare. Noi abbiamo scelto come slogan ‘Uniti per unire’ e di comportarci come l’Ulivo pur decidendo di riservare questo nome solo all’unione di tutti i partiti. Tutti”.


Lei e Prodi volete un gruppo unico all’Europarlamento di tutti gli eletti nella lista unica?

“Nessuno pone condizioni. Tutti condividiamo gli stessi obiettivi del documento approvato dalle assemblee dei primi tre partiti. Tra questi abbiamo riconosciuto come qualificante promuovere a Strasburgo un presenza unitaria finalizzata alla ricomposizione delle forze del centrosinistra. La discussione riguarda solo le forme organizzative che potrà assumere. E, come ha detto Fassino, il confronto potra chiudersi solo all’indomani delle elezioni,sulla base dei risultati e avendo presente che la decisione non è nelle sole nostre mani”.


Mica vorrete fare un gruppo di soli italiani?

“Non solo è impossibile, è contradditorio con i nostri stessi obiettivi. E’ necessario confrontarsi con gli eletti degli altri Paesi. Quel che conta è un’iniziativa nuova che accomuni quanti sono riformatori ed europeisti. Un gruppo unico sembra la forma più naturale perché corrispondente alla prassi e ai regolamenti parlamentari. Ma ripeto, quel che conta è l’obiettivo”.


Lei sabato è sembrato dettar la linea ai Ds. E Marini ha proposto di dar loro un dolore.

“Mi dispiace moltissimo che qualcuno abbia letto in modo polemico la nostra determinazione. Senza la passione e la generosità di Fassino questa impresa non sarebbe mai decollata. Non solo perché ha speso tutta la sua autorevolezza per convincere la stragrande maggioranza del suo partito. Ma perché è stato il primo a condividere l’ispirazione della proposta prima ancora che fosse formulata pubblicamente. La differenza di accenti sui passi futuri non nasce da diversità sull’obiettivo, ma dai diversi percorsi attraverso cui i partiti sono arrivati a condividere la proposta di Prodi”.


E’ una marcia verso un partito unico?

“Il nostro obiettivo attuale è la lista unitaria per le europee. Dal suo successo andrà poi pensato il futuro. Ma il suo orizzonte è già definito: un soggetto unico di tutto l’Ulivo, pensato come soggetto federativo. In questa prospettiva la lista unica si propone come una cooperazione rafforzata. per usare un linguaggio europeo, tra i partiti promotori, con il compito di fare da motore al processo federativo”.


Cosa vuol dire soggetto federativo? Vuole continuare a vedere tutti i leader e leaderini del centrosinistra ammucchiati attorno a un tavolo?

“Vado controcorrente e rispondo di sì. A patto che vi siano un luogo, un responsabile, delle regole per le decisioni. L’Ulivo è come l’Europa: chiamato a garantire le pluralità e a trasformarle in unità. Il problema è se l’unità prevale sulle specificazioni: in questo caso è ricchezza. Nel caso contrario è povertà”.


Non sembra la stessa cosa del soggetto politico nuovo di cui parla D’Alema.

“La sua è una proposta di più largo respiro che viene da una tensione verso la sintesi propria di una cultura di governo, nata in un’esperienza di governo. I partiti che si negano a questo sviluppo di elaborazione inevitabilmente si condannano alla estraneità e alla marginalizzazione”.


Parla di Bertinotti?

“No parlo per tutti.. Bertinotti lo vedo ora coinvolto nel confronto su e per il governo. Al momento avviene soprattutto nei governi locali, mi auguro si trasferisca anche a livello nazionale per una coalizione programmatica e non solo elettorale”.


Intanto però un ex popolare come Mancino teme di finire, nel nostro parlare di nuove aggregazioni, a dormire sotto i ponti, senza una casa europea come il Ppe.

“La preoccupazione è quella della dissoluzione di una storia, dei popolari, della Dc. Di essere assorbiti nella casa di altri. Ma loro stessi hanno abbandonato la casa di prima e si sono avviati lungo una ricerca che condividono con spirito unitario”.


E Prodi cosa farà? Lascerà l’Europa per guidare la lista unica a maggio?

“Di sicuro non lascerà mai l’Europa senza aver completato la sua missione. Sarebbe in contraddizione con tutta la sua sperienza e con la  sua stessa proposta”.


Ma la missione quando sarà completata? A maggio prima delle elezioni o a ottobre come da burocrazia Ue?

“Non dettiamo i tempi all’Europa. Non lo so. Conosco troppi orologi fermati a mezzanotte per poter far completare un lavoro”


Senza di lui la lista unitaria può vincere?
“Senza di lui l’iniziativa non sarebbe mai iniziata, nè cresciuta. Ci è stato di guida con la sua esperienza, sarà comunque con noi”.