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11 Giugno 2008

Pd: Parisi, sia pure lentamente e faticosamente inizia ad affermarsi l’esigenza di un congresso vero. Confronto su linee politiche diverse

Autore: Arturo Parisi

Vedo che l’idea di un Congresso che affronti finalmente il tema della leadership del Pd unitamente a quello della linea comincia a imporsi come una necessità.

E’ quello che guidato dalla speranza chiesi personalmente a Veltroni in un lontano lunedì dello scorso giugno invitandolo a candidarsi alle primarie alla guida di una sola lista sulla base di una sola linea. Preferì candidarsi all’insegna dell’unità del suo partito di provenienza e in alleanza con la maggioranza della Margherita sostenuto da liste nelle quali erano uniti i sostenitori di una prospettiva “ma anche” di quella opposta.
E’ quello che sostenemmo riconoscendoci nella candidatura della Bindi dentro le primarie. Ma il confronto che sapevamo comunque ininfluente sul risultato fu sistematicamente negato. Scomodammo più di tremilioni di cittadini per un plebiscito che riguardava un “chi” ma nulla potè dire sul “che cosa”. Nè molto meglio andò ai loro delegati che furono convocati ben due volte per sentirsi comunicare decisioni sulle quali nulla fu possibile dire nulla.

E’ quello che dissi in solitudine all’indomani della sconfitta politica del Pd nell’ultima riunione dell’unità crisi prima del suo scioglimento di autorità. Ma la proposta avanzata dallo stesso Veltroni evidentemente pro forma, difronte all’interessato rifiuto del gruppo dirigente del partito, fu prontamente ritirata.

Vedo ora che sia “Europa” che “l’Unità” ospitano contemporaneamente voci che dicono che “Forse è meglio fare il congresso”, e, io aggiungo, un congresso vero. Meglio tardi che mai. Chissà che il partito nuovo che non è riuscito finora a nascere, non finisca veramente per nascere nell’unico modo in cui può nascere un partito nuovo. Attraverso il libero mescolarsi dei cittadini a partire da posizioni politiche nitidamente a confronto.