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25 Settembre 2008

Parisi: abbiamo distrutto la coalizione senza apparire una alternativa. Vedo però che adesso si inizia a capire

Autore: Giuseppe Meloni
Fonte: Unione Sarda

Il Pd è il partito che lei, contrariamente ad altri  ha semprevoluto e  sognato. Quanto è lontano da come se l’era immaginato?

Senza
un sogno nessun ha mai intrapreso alcun viaggio. Ma con i soli sogni
nessuno è mai arrivato in nessun luogo. Quando, dopo la caduta del muro
di Berlino, capimmo che il tempo nuovo, che in tanti attendevamo da
anni, era arrivato sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata.
Nessuno immaginava tuttavia un cammino così lungo e così faticoso.

Ora si preannuncia un Pd più duro nell’opposizione a Berlusconi. E’ quello che lei auspicava?
Che
Berlusconi fosse Berlusconi non è stato per noi mai un mistero. Vedo
che ora nel partito comincia ad essere chiaro anche ad altri.

Che cosa pensa dell’iniziativa del 25 ottobre?
Prima che un diritto, l’opposizione è un dovere,
esattamente come l’accusa in tribunale. Un dovere che siamo chiamati a
svolgere in parlamento e tra la gente, manifestando la nostra protesta,
le nostre obiezioni, le nostre proposte. Anche al dentista abbiamo il
dovere di segnalare il dolore, soprattutto quando invece di intervenire
sul dente malato stanno per estirparci quello sano. Se non stanno
attenti, qua anche quelli con una dentatura perfetta rischiano di
trovarsi senza denti. Per il bene di tutti è necessario che finchè si è in tempo ci si faccia sentire.

In
estate ha fatto discutere la sua polemica con Veltroni. Davvero pensa
che il leader dei democratici debba prendere esempio da Berlusconi?
Qual era il vero senso di quelle affermazioni?

Non ha capito solo chi non voleva capire. Cosa mai
avrò detto? Una banalità. Che quello che durante la campagna elettorale
avevamo deciso di chiamare “il principale esponente dello schieramento
a noi avverso”, quello schieramento lo aveva costruito da padrone e da
leader attraverso un lavoro durato quindici anni, fatto di scontri e di
incontri, di sconfitte e di vittorie. Noi il nostro schieramento invece
di farlo crescere in quantità e qualità abbiamo preferito distruggerlo
tutto d’un tratto. Col risultato di non apparire un’alternativa non
solo nel presente ma, per alcuni, neppure nel futuro.

Le sembra che il discorso di Veltroni ai deputati del Pd possa segnare una svolta in positivo?
Quale discorso?

 
Come si esce dallo stallo in cui è finito il partito in Sardegna?
Ascoltandosi. L’esatto opposto di quello che abbiamo
fatto sabato a Tramatza. Si è imposto di passare subito al voto senza
neppure consentire quel confronto che aiutando ognuno a fare un passo
indietro ci avrebbe permesso di fare tutti assieme un passo avanti. Ci
fu un tempo che fummo definiti sardi-muti. Sempre meglio che
sordi-parlanti.

Tutto sembra nato dalle divergenze sulla
ricandidatura di Soru, che ora però sembra scontata. Lei approva questo
esito del dibattito sulla leadership?

La ricandidatura di Soru per me era ed è nelle cose.
Quello che non siamo riusciti a spiegare e a spiegarci reciprocamente è
come dovessero rapportarsi tra loro i diversi poteri e le diverse
responsabilità: quelle di partito e quelle istituzionali, e, nelle
istituzioni, quelle regionali, quelle nazionali e quelle locali. E’
proprio perchè non c’è stato nessun dibattito su come costruire una
leadership plurale fondata sul riconoscimento del ruolo distinto di
ognuno che siamo finiti dove siamo finiti. E’ quello che vado ripetendo
da più di un anno. Inutilmente.

Avrebbe preferito un’investitura del candidato presidente attraverso le primarie di coalizione?
Prima deve essere ricostituita una coalizione. Il resto lo decideremo assieme.

Che cosa pensa delle prime mosse della segreteria Barracciu?
Non so a cosa faccia riferimento. Qui ognuno di noi è
responsabile di quello che non ha fatto più che di quello che ha fatto.
Ripeto: ognuno di noi.

Approva la decisione di fare ricorso in tribunale contro la sua elezione?

A livello nazionale difronte alle irregolarità nello
svolgimento della assemblea costituente io ho incoraggiato a rivolgersi
prima agli organi di garanzia interni al partito. Hanno riconosciuto
che l’elezione della direzione nazionale è irregolare. Vediamo ora se
ne trarranno le dovute conseguenze. Quanto al ricorso cagliaritano va
tuttavia ricordato che il Giudice ha riconosciuto nell’ordinanza la sua
competenza e quindi il diritto a ricorrere.

Ora si profila una
nuova conta sul capogruppo in consiglio regionale. Le è parsa opportuna
la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti di Biancu, o
avrebbe suggerito una reazione diversa da parte dell’area Cabras?

Questo
è purtroppo il frutto della assemblea di Tramatza, della impossibilità
prima ancora che della incapacità di parlarsi. Era appunto su questo
rischio che avevamo richiamato l’attenzione invitando ad un confronto.