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21 Maggio 2006

A Ventotene per ricordare Altiero Spinelli anche Bonino, Amato e Padoa Schioppa: rilanciare le idee europeiste e il dialogo politico

VENTOTENE (Latina) – Le iniziative per ricordare Altiero Spinelli, il padre del federalismo europeo, sono state per Giorgio Napolitano l’occasione per un appello al nuovo governo e tutte le forze politiche. Nell’isola di Ventotene, dove Spinelli fu mandato al confine dal regime fascista, il capo dello Stato si è rivolto a maggioranza e opposizione perché contribuiscano “alla identificazione

dei molteplici nodi da sciogliere per fare uscire l’Unione Europea dalla crisi che l’ha colpita”.

Napolitano avverte che “non c’è avvenire per l’Italia se non nel rifiuto di ogni stanca tentazione di ripiegamento su illusorie e meschine rivendicazioni dell’interesse nazionale e su sterili abbandoni allo scetticismo verso il progetto europeo”. Lo scetticismo “si può vincere con un approccio realistico, aperto alla considerazione degli errori e degli insuccessi della costruzione europea, e quindi con visioni nuove, non puramente ripetitive”, ha aggiunto Napolitano, “ma alla retorica del mero idoleggiamento del passato non si può contrapporre la retorica di giudizi sommari e di generiche invocazioni sulla necessità di cambiare”.

Prima dell’intervento del presidente della Repubblica Napolitano ci sono stati quelli del ministro per gli Affari europei Emma Bonino, dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa e dell’Interno Giuliano Amato. “Mi aspetto che il governo di cui faccio parte”, ha detto Amato, “cancelli ad esempio il richiamo alla capacità di assorbimento come prerequisito dei paesi che si avvicinano all’Unione”. “Il governo si affiancherà – ha aggiunto – alla Germania fin dai prossimi mesi, affinché il cammino possa riprendere dopo le elezioni francesi per rafforzare le istituzioni”.

Anche Napolitano ha fatto un riferimento pieno di speranza alla imminente presidenza di turno tedesca. “La signora cancelliere della Repubblica federale tedesca ha in questi giorni nuovamente espresso la sua piena convinzione che l’Europa debba darsi un ordinamento costituzionale”, ha detto, “è la stessa nostra convinzione”.

“Da questo incontro di Ventotene”, ha affermato Napolitano, “stanno venendo e verranno concreti contributi alla identificazione dei molteplici nodi da sciogliere per far uscire l’Unione dalla crisi che l’ha colpita. All’Italia tocca in questo senso una parte non secondaria. Il mio augurio è che ne siano egualmente consapevoli le forze di governo e di maggioranza e le forze di opposizione”. Questo perché “se l’Italia saprà assumere posizioni chiare e iniziative forti non sarà sola, anche rispetto all’impasse del processo di ratifica del trattato sottoscritto a Roma nell’ottobre 2004”.

In tutti gli interventi è emerso chiaramente il tema del rilancio delle politiche europeiste. Emma Bonino ha proposto, proprio per richiamare l’attenzione sugli ideali dell’Unione europea, di tradurre in arabo il “Manifesto di Ventotene”, siglato da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni nel 1941, per farne strumento di educazione dei paesi islamici, perché “capire che patria e democrazia si costruiscono tra gli Stati e non negli Stati sarebbe un vero insegnamento”, secondo il ministro delle Politiche Comunitarie.

Giuliano Amato ha chiesto che “i no francesi siano letti e interpretati, perché chiedono più Europa e non meno Europa. Bisogna trovare il coraggio per cambiarli in sì e per fare dell’Unione la risposta efficace ai problemi che gli europei sentono dentro di loro”. Il ministro dell’Interno ha parlato anche delle radici cristiane dell’Europa. “Mi spaventa chi le rivendica per escludere chi ne vuole far parte e non per includere”, ha detto Amato, ricordando che “il messaggio cristiano” insegna esattamente il contrario.

Nelle parole di conclusione, con le quali Napolitano ha ricordato la lezione di Altiero Spinelli, un sunto dell’idea di rilancio dell’Unione. Quella del pensatore è, per il capo dello Stato, “una grande lezione di metodo: non chiudere le proprie analisi in uno schema, ispirarsi tenacemente a idealità non passeggere, sapersi risollevare da ogni sconfitta”. Questo perché “si può imparare da Altiero ad essere uomini e donne di alti pensieri e di forte, indomabile, volontà d’azione”.