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6 Settembre 2006

Libano: Parisi, se necessario difesa commisurata all’offesa

Fonte: Asca

Roma – “La possibile difesa dei soldati scatta in ogni momento. I nostri soldati sono chiamati a svolgere il loro dovere in condizioni tali che consentano loro di rispondere alle offese con una difesa commisurata all’offesa”.

E’ quanto ribadito dal ministro della Difesa Arturo Parisi a margine della discussione della missione di pace italiana in Libano che si e’ svolta stamattina nelle commissioni congiunte Difesa e Esteri di Montecitorio.

 “Naturalmente – spiega Parisi – poiche’ i nostri soldati sono ispirati ad una cultura di pace, loro sanno e sono addestrati da sempre, e qui sta la differenza dell’Italia, che devono evitare le condizioni che possano avviare questa dinamica tra offesa e difesa. Se l’offesa, nonostante questo, si sviluppasse, loro sanno come debbono comportarsi”.
 Parisi poi, rispondendo alla domanda di un giornalista, sulla questione del disarmo degli Hezbollah, spiega: “La risoluzione Onu che e’ a monte dell’Unifil2, ha come obiettivo l’affermazione dello stato libanese e quindi della sua capacita’ di controllo del territorio in modo esclusivo ed escludente l’azione di qualsiasi milizia non solo di Hezbollah”. “Tuttavia – ha ribadito il ministro – questo e’ l’obiettivo complessivo della missione, non di ogni singolo atto ed e’ l’obiettivo che e’ intestato, attribuito, riconosciuto, allo Stato libanese e chiede a noi di sostenere lo Stato libanese in questa azione”.

 Ma se un gruppo di soldati italiani incontra un gruppo di Hezbollah armati cosa fa?, incalza un cronista. Parisi risponde: “Denuncia il comportamento al governo libanese e intima a loro il disarmo. Noi sappiamo che gli Hezbollah hanno dichiarato che non useranno armi nell’ambito della competenza della missione e su questa dichiarazione facciamo affidamento”.
sca/cam/bra