Roma – I militari
italiani che hanno svolto missioni all’estero in aree in cui sarebbe stato
utilizzato uranio impoverito, e che sono deceduti dopo essere stati
affetti da patologia tumorali, “sono qualche decina”. Lo ha precisato
il ministro della Difesa Arturo Parisi, intervenuto questa mattina come
ospite alla trasmissione di Radio Uno, Radio Anch’io. Rispondendo a una
richiesta di chiarimento del presidente della Commissione d’inchiesta
sull’uranio impoverito, Lidia Brisca Menapace, Parisi ha escluso che le
vittime siano già 250. “Il numero di morti che sono stati associati
nell’immediato sono qualche decina”, ha detto il ministro. “Qualche centinaio
sono invece i militari che hanno prestato servizio in teatri di missione
che al momento risultano affetti da patologia tumorali. C’è un turbinio di
numeri e una confusione tra morti e malati”.
Allo stato attuale, ha aggiunto
Parisi, “bisogna definire quali e quanti militari che hanno prestato servizio
in zone nelle qualil’uranio impoverito è stato utilizzato, in qualche modo
negli armamenti, hanno contratto questi tumori”. “Dopo di che
dobbiamo approfondire l’esistenza di una relazione causale, perché
il numero di cittadini che sono affetti da tumori è presente in tutti gli
ambiti”, ha commentato.
Parisi ha quindi confermato la
“determinazione del governo a sostenere ogni azione d’indagine, soprattutto
quella del parlamento, finalizzata a definire il se, il quando e il come
di questa problematica”. “C’è un’indagine in corso. Anche se ci fosse solo
un caso che noi individuassimo come riconducibile a fatti che sono
nell’ambito della nostra responsabilità, noi dovremmo intervenire. Perché
purtroppo l’azione militare, e non dico la guerra, è già di per se portatrice
di lutti e di sangue per poter caricarci la responsabilità di fatti
aggiuntivi per nostra negligenza”, ha precisato il ministro della Difesa.