ROMA – Cattolici uniti per far fallire il referendum. Al Consiglio permanente della Cei il cardinale Ruini rilancia la sua linea. Mobilitazione compatta per disertare le urne referendarie e neutralità alle regionali con l´indicazione di certi “principi” da seguire.
Sul referendum Ruini elogia la «significativa unità» degli organismi cattolici ed esorta energicamente gli elettori, soprattutto quelli credenti, affinchè non vadano a votare e dunque rinuncino ad esprimere un giudizio articolato sui singoli questiti. Bisogna aderire «con la più grande compattezza», incalza Ruini, alle indicazioni astensioniste del Comitato Scienza e Vita per impedire il «grave peggioramento» della legge sulla procreazione assistita, che si avrebbe in caso di esito positivo del referendum. Com´è noto, il comitato è nato subito dopo che al Consiglio permanente di gennaio il presidente della Cei aveva indicato la linea del doppio no alle modifiche in parlamento e al referendum.
L´intervento ecclesiastico così diretto nei comportamenti di voto ha suscitato immediate polemiche nell´area laica e di sinistra. Commenta Angius, presidente dei senatori Ds, che l´appello del cardinale all´unità dei cattolici ricorda la guerra fredda. Invitare a disertare il referendum e a scegliere per le regionali i candidati in linea con la Chiesa, prosegue, «è un grave attacco alla laicità dello Stato». Per il leader radicale Capezzone il cardinale «si comporta come un qualsiasi capo partito» intromettendosi con indicazioni di voto nelle vicende di uno Stato «che consegna alla Cei ogni anno duemila miliardi di lire». Preoccupato è Villetti, vicepresidente dello Sdi, convinto che il referendum non deve diventare una crociata. Critici anche i Verdi, secondo i quali la parola della Chiesa «non dovrebbe trasformarsi in propaganda».
Sul fronte oppposto, Giro di Forza Italia ha definito inaccettabili gli attacchi della sinistra a Ruini, mentre nell´Unione c´è Fioroni della Margherita, che richiama il diritto di astenersi per tutelare valori importanti come la vita e la famiglia.
Per quanto riguarda le regionali Ruini ribadisce che alle prossime elezioni la gerarchia ecclesiastica non si schiererà né con il Polo né con l´Unione. «Continueremo a seguire – spiega il presidente della Conferenza episcopale – la linea già consolidata da vari anni ed espressa dal Papa al convegno ecclesiale di Palermo (1995) non coinvolgendoci con alcuna scelta di partito o di schieramento politico».
Ruini ha tuttavia elencato alcuni punti, su cui va attirata l´attenzione «di tutti e particolarmente dei credenti»: rispetto della persona e della vita umana, famiglia, libertà scolastica, solidarietà, giustizia e pace. Il punto più sostanzioso riguarda la cosiddetta “libertà scolastica, una perifrasi per indicare il finanziamento delle scuole cattoliche. In vista delle elezioni politiche del 2006 la Cei sta operando infatti un pressing sul governo per ottenere l´obiettivo ed è chiaro che un placet di Berlusconi provocherebbe una reazione politica assai favorevole da parte della gerarchia ecclesiastica.
Al recente Consiglio nazionale della scuola cattolica (Cnsc) Ruini ha chiesto espressamente l´impegno dei cattolici, anzi «più coraggio e determinazione» per finanziare la «piena parità» fra istituti privati e pubblici. Monsignor Cesare Nosiglia, presidente del Cnsc, ha esplicitato la linea: «Finanziamento diretto alle scuole paritarie» su indicazione dei genitori come avviene per l´otto per mille.
Non è quello che dice la Costituzione, che prevede l´istituzione di scuole private «senza oneri per lo Stato».