Sì ho letto anche io sui giornali di appelli, intimazioni e ultimatum a me indirizzati perchè rinvii, mi adoperi per rinviare, o ritiri la mia firma dalla richiesta di referendum abrogativo della legge elettorale. A parte l’inopportunità e l’improprietà di forma di questi appelli, per quel che mi riguarda posso solo dire che la via più sicura, la via maestra per evitare il referendum è la approvazione di una legge che si faccia carico della domanda di cambiamento della attuale legge elettorale.
Di quella domanda di cambiamento che durante le ultime elezioni abbiamo noi stessi promosso e raccolto, impegnandoci a dare seguito alle parole con i fatti. Se il Parlamento, cioè tutti noi in Parlamento riusciremo a dare un seguito coerente alle parole penso che i riformatori ed io per primo non potremo che rallegrarcene. Considerata le difficoltà oggettive della materia e le tentazioni soggettive, che attraversano tutti senza eccezione alcuna, non si può non riconoscere che senza l’iniziativa referendaria di tutto avremmo parlato all’infuori che della legge elettorale, e quindi il rischio di un rinvio indefinito. Perchè infatti solo un anno?
Per questo motivo ho sottoscritto il referendum come chi si mette una scadenza per un impegno che ha promesso di mantenere. Questo non è incompatibile col dovere di partecipare intanto in Parlamento ad ogni iniziativa che dovesse proporsi di modificare la legge: e a questo tutti i riformatori debbono sentirisi impegnati.