PRECONDIZIONI PER UNA SCELTA
Il contesto nel quale il percorso congressuale del Partito Democratico
prende il via, reso drammatico dalla crisi internazionale, ci ricorda
che molte sono le questioni che attendono una risposta. Innazitutto una
proposta che si faccia carico dei problemi di lungo termine che sfidano
il nostro Paese.
Di questa proposta noi sappiamo al momento due cose. La prima
é che se i problemi a noi di fronte sono di lungo termine, di lungo
termine deve essere la risposta: un progetto per il cambiamento della
societá non un semplice programma di governo di legislatura e meno che
mai un insieme di singoli atti di governo. L’Italia è immersa in una
notte profonda: le sue strutture sociali, economiche e istituzionali
sono logorate. Il Paese è demoralizzato, il senso della sua civiltà è
minacciato. Non saranno la speranza di consumare di più, o la maschera
grottesca di un premier a trarci da una crisi che ci attraversa e ci
supera per dimensione e profondità. La seconda condizione é che questo
progetto deve far conto su istituzioni forti perché fortificate
dall’esecizio della sovranitá dei cittadini attraverso la
moltiplicazione e soprattutto la valorizzazione delle occasioni di
partecipazione, contrastando l’allontanamento dalla politica e la
sfiducia verso le istituzioni che va diffondendosi nella societá.
Per questo motivo rispetto ad ogni proposta riteniamo discriminante
la difesa dell’assetto bipolare fondato su un sistema maggioritario che
dia al cittadino il potere di scegliere il governo del Paese prima
delle elezioni sulla base di una proposta programmatica avanzata da una
alleanza politica omogenea.
Per questo chiediamo che il Partito democratico sappia rendere vero il suo nome.
Solo un partito puó camminare su quel ponte che lega il passato
col futuro che é rappresentato dalle istituzioni della Repubblica. Solo
un partito puó essere canale per la elaborazione di un progetto di
lunga durata che vada oltre le legislature e i governanti di turno.
Per questo motivo abbiamo affidato la scelta del nostro futuro
agli elettori demandando a loro la piú importante delle scelte in un
partito: la designazione del segretario politico, e allo stesso tempo
una assemblea nazionale che dotata della stessa legittimazione e
rappresentativitá possa bilanciare il potere del segretario, evitando i
rischi di un esercizio
del potere isolato.
Questa designazione giá anticipata nella esperienza delle primarie
che in passato si sono svolte a livello di coalizione e di partito, si
prospetta per la prima volta come una scelta vera e non semplicemente
come la conferma e la validazione di scelte sostanzialmente giá
predefinite. Noi sappiamo che le parole e le regole non bastano. La
nostra stessa esperienza ci ha insegnato che alle parole e alle regole
non onorate dai fatti sarebbe spesso preferibile il silenzio. E
tuttavia sappiamo che non ci si mette in viaggio senza una meta
definita dalle parole e senza regole che guidino il cammino.
Anche se affidato per ora alle parole riteniamo perciò che la
scelta alla quale ci apprestiamo sia un risultato di grande rilievo del
quale il partito deve essere orgoglioso. In un tempo in cui il nostro
paese patisce un restringimento degli spazi della democrazia fino alla
sottrazione ai cittadini del diritto di scegliere i propri
rappresentanti come ora accade a causa della sciagurata legge
elettorale vigente per il parlamento nazionale, affidare direttamente
ai cittadini la scelta della guida e del massimo organo nazionale del
partito é una scelta che da sola dá testimonianza della radicale
diversitá della nostra idea di democrazia rispetto a quella che domina
il campo a noi avverso. E’ una scelta della quale é orgoglioso in
particolare chi ha sperimentato direttamente le difficoltá, gli
ostacoli, e le legittime incertezze che hanno segnato il percorso per
arrivare fin qua.
Come abbiamo detto, nonostante la scelta diretta da parte dei
cittadini, di candidati alla guida di amministrazioni locali e
regionali e alla stessa guida di organi di partito sia andata
moltiplicandosi, e nonostante a livello nazionale giá in passato una
larga partecipazione abbia dato prova dell’esistenza di una domanda
di politica e di democrazia di gran lunga superiore a quella finora
raccolta dagli strumenti tradizionali, questa puó essere considerata
una prima volta.
Questo capita grazie all’avanzamento rappresentato dalla adozione
di uno statuto che interpreta e regolamenta l’orientamento verso una
democrazia dei cittadini che il partito democratico ha assunto come
tratto qualificante fin dalla sua nascita. Questo é tuttavia possibile
anche perché, dopo il primo biennio fondativo pur segnato da
contraddizioni e ritardi che abbiamo piú volte denunciato, anche grazie
alla ridefinizione delle appartenenze partitiche precedenti, la scelta
é resa ora possibile dalla esistenza di candidature capaci ognuna di
rivolgersi all’intero partito e non piú solo ad una parte di esso.
Anche questo, lungi dall’essere un approdo scontato, é il risultato
prezioso di una serie di fattori oggettivi e soggettivi, tra i quali
certamente non ultima la generositá, di chi, alzando la mano in
risposta alla domanda di rischio e di responsabilitá che é all’origine di ogni candidatura, ci chiedono e ci consentono per la prima volta una scelta.
La stessa possibilitá di una scelta rappresenta per molti giá
da solo un risultato e, ripetiamo, certamente lo é. Tuttavia sarebbe un
errore, e certamente una occasione perduta se, trattenuti dalla
prudenza nell’avanzare o tentati dal ritorno al passato, la scelta si
risolvesse in una scelta tra persone.
Noi riteniamo infatti che la scelta tra persone per la guida
del partito trovi il suo vero significato solo se essa evoca, consente,
e sostiene una scelta tra diverse linee di azione politica. Solo questo
assicura la pienezza dell’esercizio della cittadinanza, e allo stesso
tempo consente di mettere a frutto il percorso che ci attende nei
prossimi mesi. Solo questo consente al partito di definire finalmente,
nel rispetto della democrazia, una identitá corrispondente al comune
progetto di dare vita ad un partito nuovo in modo nuovo.
Ridotto a scelta tra persone, il confronto, pensato per l’utilitá
del partito e della Repubblica, si potrebbe tradurre all’opposto in uno
scontro tra persone e tra gruppi che lascerebbe alle sue spalle
ulteriori macerie dando una idea del partito che ognuno di noi rifiuta.
Invece di interpretare questo passaggio come una occasione di
avanzamento, ci potremmo trovare alla fine in una posizione ancora piú
arretrata di quella di partenza.
Per questo motivo, pur riconoscendo gli aspetti comunque positivi
presenti in questo passaggio, pensiamo che lungo questo cammino non
possiamo stare fermi. Ancora una volta non progredire equivale ad
arretrare.
Diciamo questo guidati dalla convinzione che da sempre abbiamo
avuto nella necessitá del Pd. Lo diciamo sulla base della esperienza di
questi anni in gran parte sprecati. Lo diciamo tuttavia anche allarmati
dai primi segnali che dentro il cammino che inizia vanno manifestandosi.
Per
questo motivo, mentre difendiamo nell’interesse degli iscritti e degli
elettori, e quindi del partito, il nostro diritto di poter scegliere a
ragion veduta, ci permettiamo di rivolgerci a tutti i candidati perché
aiutino questa scelta chiedendo se e in che misura condividano alcune
convinzioni per noi di fondo, e, nel caso, svolgano dentro lo stesso
percorso congressuale la loro azione in coerenza con questa
preoccupazione.
1. Indirizzare e pensare fin dal primo momento il confronto
tra le diverse proposte politiche avanti agli elettori, riconoscendo
come protagonisti e primi destinatari della nostra proposta quelli che
sono comunque decisori finali: i cittadini, nostri elettori, difendendo
e confermando con chiarezza la scelta per il modello di partito aperto
attraverso il loro stabile coinvolgimento in elezioni primarie. Solo l’assicurazione che il voto al quale li chiamiamo ad ottobre
non sarà l’ultimo può costituire il presupposto di una larga
partecipazione. La condizione che la proposta e la candidatura avanzate
dispongano tra gli iscritti del sostegno previsto dallo statuto deve
essere considerata come la certificazione indispensabile del
radicamento della proposta nella esperienza del partito e del sicuro
riconoscimento del candidato da parte della comunitá dei militanti. Il
confronto tra le proposte deve tuttavia rivolgersi e competere per il
consenso dei cittadini piuttosto che per l’ultimo tesserato e spesso
per l’ultima tessera.
2. Fare di questa occasione un passaggio fondamentale che consenta
agli iscritti ed elettori di rimescolarsi a partire dalle diverse idee
politiche che legittimamente si contendono il campo, superando cosí le
precedenti provenienze partitiche.
3. Per consentire ai votanti una scelta consapevole, ogni candidato
assicuri la riconoscibilitá della sua proposta politica, evitando di
associare alla sua candidatura una pluralitá di proposte, e una
pluralitá di proponenti, spesso ispirati a linee politiche tra loro
disomogenee.
Si concentri l’attenzione e il confronto dei cittadini sulla sintesi proposta dal candidato segretario invece di alimentare la competizione e la conta oltre che tra i candidati tra le diverse e contrastanti posizioni dei suoi sostenitori.
Si presenti pertanto per ogni candidato una sola lista, e si eviti altresí di riproporre ticket in qualsiasi modalitá essi vengano proposti.
4. Rispettare l’autonomia delle regioni. Domande diverse chiedono
risposte diverse. I congressi regionali non sono la fase regionale di
quello nazionale. Anche se lo statuto prevede la contemporaneitá dei
congressi regionali con quello nazionale, solo una nitida e coerente
contrapposizione di concezioni del partito giustificherebbe la
coartazione della autonomia delle singole regioni attraverso il
trasferimenti meccanico delle divisioni nazionali in sede regionale.
5. Impegnare il partito attorno all’obiettivo della riforma della legge elettorale assunto come prioritá assoluto. Le prossime elezioni politiche non possono avere ancora una volta come risultato un parlamento di nominati.
I punti ora esposti toccano evidentemente solo in parte la gamma
di temi che la proposta dei candidati non puó non affrontare. La loro
natura li propone tuttavia, distintamente e nel loro complesso, come un
fondamentale criterio per la valutazione della proposta dei singoli
candidati.